La superficie di una
colata è costituita da materiale più freddo e di consistenza scoriacea.
L'avanzamento della colata avviene per continuo franamento in avanti
delle scorie. Successivamente la parte calda passa sulle scorie
provocando la rifusione di queste, e la cottura dei sedimenti che
costituiscono il terreno su cui la colata avanza. Le scorie di base
derivanti dal processo di rifusione costituiscono la rifusa, il
risultato del processo di cottura del suolo è la rena rossa, o ghiara.
La sezione di una
colata lavica presenta caratteristiche differenti come è evidente in un
fronte di cava:
- lo strato
superiore (grigio scuro) è costituito da scorie
- lo strato intermedio, di spessore più consistente (grigio chiaro), è
la roccia basaltica, detto afficilato, da cui si ricavano i conci lavici
- in basso si intravede la rifusa, di spessore variabile, da cui si
ricavava, per frantumazione, un inerte detto azolo.
- più giù, la cosiddetta RENA ROSSA |
La rena
rossa
La rena rossa (indicata anche con altri termini: “ghiara”, “la russa”,
“agliara”, “agghiara”, “terra rossa”) è un materiale dall'aspetto
sabbioso, caratterizzata da colori che vanno dal rosa chiaro al rosso
cupo, a volte mista a lapilli di colore biancastro o nerissimo, untuosa
al tatto e tingente.
Probabilmente
l'utilizzo di questo materiale si diffuse durante la ricostruzione dopo
il terremoto del 1693, sia per le sue qualità chimico-fisiche che per
il gradevole accostamento cromatico con altri materiali da costruzione
utilizzati, quali il nero della pietra lavica ed il bianco della pietra
calcarea. Tale utilizzo si impose soprattutto ad opera di
architetti come Stefano Ittar formatisi nella Scuola Romana. |
Cava dell'Orcio:
muretti a secco. Foto: E. Zanetti |
Le cave
di rena rossa
L'estrazione della rena rossa avveniva principalmente con due sistemi
di scavo:
a) Si scavavano delle
brevi e larghe gallerie, che partendo dal fronte della cava di pietra,
si inserivano al di sotto del banco di basalto. Questo, veniva
sostenuto da pilastrini di ghiara o puntelli di legno. Quando lo strato
di rena rossa era stato sufficientemente estratto, l'abbattimento dei
pilastrini di sostegno provocava il crollo del basalto, che si
frantumava.
b) Si scavavano dei
cunicoli discendenti nei punti in cui le colate laviche erano meno
compatte, normalmente lungo i margini dei fronti lavici o tramite
ambienti vuoti di edifici travolti ma non completamente invasi dalla
lava. I cunicoli raggiungono con leggera pendenza la base della colata
e qui veniva cavata la rena rossa. |
L'interno
della cava
Lo scavo avveniva mediante l'asportazione della rena rossa e delle
scorie di base (azolo) sovrastanti; proseguiva in tutte le direzioni,
seguendo lo strato più copioso di rena rossa, spesso creando ampi
saloni sostenuti dai pilastri di rena. Man mano che lo scavo avanzava
questi saloni venivano colmati con materiale di risulta realizzando
muri a secco di contenimento.
L'interno delle cave
è costituito da un reticolo di gallerie che si incrociano continuamente
e ampi slarghi periferici.
L'altezza della gallerie è determinata dallo spessore del materiale
cavato e normalmente non supera il metro e mezzo, escluso quelle zone
dove si sono verificati crolli nelle volte. Le volte delle gallerie
sono costituite in genere da materiale friabile. |
Cava dell'Istrice: cantarelle per il trasporto della ghiara. Sullo sfondo è visibile la linea netta di demarcazione tra lo strato di rena rossa in basso e la rifusa scura sovrastante.
Foto: R. Castorina
|
L'utilizzo
La rena rossa è chimicamente abbastanza attiva in quanto contiene
silicati ed alluminati. I silicati reagiscono, a temperatura ordinaria
e in presenza di acqua con la calce idrata, creando il silicato di
calcio resistente ed insolubile all'acqua. La rena rossa era impastata
in rapporto di due volumi con un volume di calce idrata per la
preparazione di malte comuni per costruzioni di muri; ed in rapporto di
quattro volumi di calce idrata e sette di rena rossa per la
preparazione di malte idrauliche per intonaci esterni. Le malte
ottenute dalla miscela della rena rossa e della calce idrata trovavano
largo uso nella formazione di intonaci per esterni, interni e per
l'impermeabilizzazione di coperture, riserve e condotte idriche. L'uso
della rena rossa in edilzia agli inizi degli anni cinquanta del secolo
scorso scomparve perché fu soppiantata dal cemento e le cave di
estrazione caddero rapidamente in disuso e dimenticate. |
|
|