Riassunto
La Buca della
Marinite rappresenta la principale cavità finora scoperta nella
frattura del 1928 che provocò la distruzione dell'abitato di Mascali.
Pur essendo di modeste dimensioni, 50m circa di profondità per
un'estensione inferiore ai 200m, presenta una complessità di morfologie
che la distinguono dalle altre cavità di frattura etnee di sviluppo
notevolmente maggiore.
Al suo interno
osserviamo due diversi livelli di sviluppo raggiungibili da due
ingressi, il secondo dei quali è stato allargato per poter consentire
il passaggio; inoltre due larghi pozzi paralleli, nella zona più
profonda, che però non danno luogo a prosecuzione.
Come ormai
accertato in tutte le altre grotte in frattura, anche in questa
esistono evidenti mineralizzazioni sulle pareti e sul pavimento.
Inizialmente si era creduto appartenessero a diversi composti minerali,
ma da un più attento esame si è appurato che si tratta solo di
concrezioni e cristallizzazioni di Solfato di Calcio idrato ovverosia
Gesso. Lo studio di questa cavità rientra in un programma di ricerca
avviato dal 1991 sulle fratture eruttive dell'area etnea.
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